I Grandi della Terra

I Grandi della Terra

La Fondazione Vincenzo Di Paolo, attraverso il Premio Mediterraneo d’Oro, negli anni trascorsi ha avuto l’occasione di entrare in contatto con diversi Premi Nobel tra i quali ricordiamo Rita Levi Montalcini – Magib Mahfouz – Desmondf Tutu.

Il premio Nobel Rita Levi Montalcini a Pollenza nel 1991 riceve il Premio Mediterraneo d’Oro. Nata a Torino il 22 aprile 1909, Rita Levi Montalcini è una scienziata e senatrice italiana. Negli anni cinquanta le sue ricerche la portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa NGF, scoperta per la quale è stata insignita nel 1986 del premioNobel per la medicina. Insignita anche di altri premi, Rita Levi Montalcini è stata la prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. l l primo agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita per i suoi meriti scientifici e sociali. E’ socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche ed è tra i soci fondatori della Fondazione Idis-Città della scienza. Nella famiglia Montalcini si contano diversi artisti, la madre Adele Montalcini era pittrice, lo zio Gino Montalcini era scultore ed architetto noto negli anni trenta, la sorella gemella Paola, nota pittrice e scultrice.

L’arcivescovo anglicano Desmond Tutu, nato il 7 ottobre 1931 ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1984.
E’ stato il primo arcivescovo della città del Capo, e del Sud Africa di pelle nera.
Tutu è sempre stato molto attivo nella difesa dei diritti umani, forte oppositore della politica dell’apartheid.
Tutu is widely regarded as ” South Africa’s moral conscience and has been described by former President of South Africa, Nelson Mandela, as ” sometimes strident, often tender, never afraid and seldom without humor, Desmond Tutu’s voice will always be the voice of the voiceless.
Nagib Mahfuz (il Cairo 11 dicembre 1911 – Il Cairo 30 agosto 2006) è stato un romanziere egiziano. Premio Nobel per la letteratura nel 1988, diede forma a una narrativa araba di portata universale. Dopo aver esordito nel romanzo storico, Mahfuz inaugurò il filone narrativo del realismo sociale, ambientando le sue opere nei luogo più tradizionali del Cairo.Dal 1971 continuò la sua prolifica attività di scrittore e di editorialista del celebre quotidiano Al-Aharam. Quando, nel 1988, Mahfuz fu a Stoccolma per ricevere il Nobel, davanti al pantheon dei colleghi fece leggere il discorso, prima in arabo e poi in inglese ricamando con squisita ironia sul tema dell’uomo del Terzo Mondo-lui stesso-ammesso in quell’ empireo. Uno scrittore che, spiegava, s’affacciava dalla parte del globo minacciata da alluvioni e carestie e oppressa dal debito ma che, sottolineava con levità e puntiglio,era figlio di due civiltà, una vecchia di settemila anni, quella dei faraoni, l’altra, l’islamitica, di milletrento anni. E che si era poi abbeverato alla cultura del mondo ricco occidentale: figlio di una civiltà, aveva compiuto la metamorfosi ed era diventato un sacerdote della parola scritta. Qualcuno in quel consesso conosceva la cultura araba come lui conosceva Kant o Proust? Di sicuro no, e col Nobel all’autore della Trilogia del Cairo l’Accademia svedese in effetti cominciò a correggere la rotta quasi del tutto bianca e cristiana che l’aveva guidata per ottant’anni.

Attraverso una sinergia con la Confederazione Internazionale dei Cavalieri Crociati che tra i suoi compiti si prefigge la diffusione delle idee di ecumenismo, di pace, di soliderietà e di fratellanza dei popoli, l’assistenza dei bambini, degli anziani, la difesa dei diritti dell’uomo e la protezione della personalità umana, la Fondazione Vincenzo Di Paolo è entrata in contatto con importanti istituzioni e diplomazie internazionali.